Il ritrattista inglese Richard Westall (1765-1836) ci ha donato questo suggestivo dipinto dal titolo "The Sword of Damocles".
L'opera riprende la leggenda, appartenente al patrimonio dei miti greci, della spada di Damocle. L'autore fu probabilmente Timeo di Tauromenio. Questi nacque nel 350 a.C. come figlio di Andromaco, tiranno di Tauromenio (l'antica Taormina). Quando la città cadde sotto Siracusa, Timeo fu costretto all'esilio ad Atene. Rientrò in Sicilia dopo circa cinquant'anni in Grecia, morendo nel 260 a.C. proprio a Siracusa. Timeo fu un importante storico. Le sue "Storie" in 38 libri trattavano la storia dell'Occidente greco dalle origini mitiche alla morte del tiranno siracusano Agatocle nel 289 a.C.. Fu Cicerone a riprendere nelle sue "Tusculanae disputationes", il racconto della spada di Damocle contenuto nell'opera di Timeo di Tauromenio, nella sezione, ad oggi perduta, dedicata alla Sicilia. La vicenda fu citata anche da altri autori romani quali Orazio e Boezio.
Quanti di noi hanno affermato: «Ho la spada di Damocle sulla testa!», almeno una volta nella vita? L'espressione, molto usata in italiano, indica un pericolo imminente, una grave preoccupazione, qualcosa di brutto che potrebbe accadere da un momento all'altro. Il detto si lega appunto alla leggenda del povero Damocle che alcuni ritengono un cortigiano di Dionigi I di Siracusa, altri un principe ospite del tiranno, altri ancora un suo prigioniero.
In ogni caso questo Damocle era solito ricordare a Dionigi (430 -367 a.C.), quanto fosse fortunato ad essere un re, vivendo nel lusso, amministrando il potere dal suo grande palazzo e contando ogni giorno ricchezze inesauribili. Dionigi in tutta risposta, gli offrì di prendere il suo posto per un solo giorno. Durante il sontuoso banchetto serale, Damocle sedeva sul trono del tiranno godendo dei cibi e degli sfarzi della corte. A un certo punto il malcapitato alzò gli occhi al soffitto. Con sgomento si accorse di una spada che pendeva sopra la sua testa, legata a un esile crine di cavallo. Terrorizzato scappò dal trono, maledicendo lo scambio di ruoli che aveva tanto desiderato.
Dionigi, con tale espediente, aveva fatto comprendere al giovane, quanto fosse difficile l'esistenza di un tiranno proprio per le insidie e i pericoli che giornalmente mettevano a rischio la sua vita. Da qui l'espressione "Avere la spada di Damocle" che ha "viaggiato" nei secoli per giungere fino a noi...
A cura di Andrea Contorni