sabato 13 febbraio 2021

Iside, Dea Madre del matrimonio e della fertilità

Iside, Dea Madre del matrimonio e della fertilità


Nel I secolo a.C. a Roma fu introdotto il culto della Dea Iside. Ella proveniva dal pantheon egizio, onorata come Dea della maternità e della fertilità, moglie di Osiride e madre di Horus.

Apuleio ci spiega nelle "Metamorfosi" che l'Iside che si diffuse nel mondo ellenistico e in quello romano fu intesa come una sorta di Dea Madre, spesso assimilata alla stessa Hera/Giunone o a divinità femminili importanti quali Cibele, Demetra e Cerere. Anche nei nuovi ambiti fu comunque considerata simbolo del matrimonio e dell'essere madre.

Il culto di Iside fu misterico, ovvero legato al mondo ultraterreno. Nell'Urbe trovò seguaci tra le matrone dell'alta società. Le istituzioni capitoline tentarono di ostacolarne la diffusione e già nel 65 a.C. un altare dedicato a Iside sul Campidoglio venne distrutto per ordine del Senato.

Anni più tardi, Cesare su impulso di Cleopatra ordinò l'edificazione di numerosi templi consacrati alla Dea. Il triumviro Marco Antonio, successivo amante della regina tolemaica, incentivò ulteriormente il culto che venne tuttavia bandito da Roma in seguito alla battaglia di Azio (31 a.C.).

Augusto lo relegò al di fuori del pomerio mentre Tiberio fece abbattere il tempio della Dea, gettandone la statua nel Tevere; i sacerdoti di Iside e gli adepti vennero perseguitati. Da Caligola in poi la situazione mutò; Iside fu definitivamente accettata nel pantheon romano.

Gli imperatori della dinastia Flavia enfatizzarono il suo culto, considerando Iside, (al pari di Serapide), una protettrice del loro regno. La grande Dea fu onorata di templi, santuari e proprie festività assumendo un'importanza pari a quella di Giunone e di Minerva, divinità tradizionali della religione antico-romana.

Nel 380 l'editto di Tessalonica, firmato da Teodosio, proibì i culti pagani in tutto l'impero a favore del Cristianesimo. Nel 391 ad Alessandria, "patria" del culto di Serapide, associato come marito a Iside (al posto dell'antico Osiride), venne incendiato il Serapeum.

Nel 536, Giustiniano ordinò la chiusura dell'ultimo tempio pagano ancora in attività nel mondo romano... era proprio il tempio di Iside nell'isola di File sul Nilo. A detta di studiosi quali Witt, Benko e in forma minore McGuckin (storico della Chiesa), diversi tratti dell'antica Dea confluirono nella figura della Maria Vergine.

Dagli epiteti "Madre di Dio" e "Regina dei Cieli" all'iconografia: Iside che tiene in braccio il figlioletto Horus ricorda infatti l'immagine di Maria con il piccolo Gesù. La discussione tra gli storici in merito al rapporto tra Iside e la Madonna è ancora aperta. Si tende a escludere comunque che elementi propri del culto di Iside siano confluiti nel Cristianesimo, limitando la questione a un assorbimento superficiale della figura di Iside in quella di Maria, limitato alla sola iconografia.

A cura di Andrea Contorni

Note e bibliografia:
  • "Mitologia e dèi dell'Antico Egitto" di Massimo Dall'Agnola, Ferrari-Sinibaldi (2010).
  • "Initia Isidis. L’ingresso dei culti egiziani a Roma e nel Lazio", Filippo Coarelli, Agorà & Co. (2019).